OS2025 - Abstract

Introduzione

I relatori di OrvietoScienza 2025 hanno predisposto degli abstract degli interventi in programma. Pensiamo di fare cosa utile mettendoli a disposizione degli studenti, come ausilio per preparare la loro partecipazione all'evento. 

Giorgio Volpi: “La natura lo fa meglio (e prima)”, Aboca

Giorgio Volpi  si è laureato in Chimica presso l’Università di Torino, ha conseguito il dottorato in Scienza e Alta Tecnologia con una tesi sulla preparazione di nuovi complessi luminescenti. È tecnico presso il Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino, dove svolge ricerche nell’ambito della luminescenza e dei complessi organo-metallici. Parallelamente all’attività lavorativa, ha proseguito gli studi laureandosi anche in Scienze Naturali. Ha svolto numerosi seminari e docenze presso la Scuola Holden.

Studiare la natura è come studiare l’avanguardia della scienza umana e, contemporaneamente, leggere il grande libro del passato del nostro pianeta, in cui infinite generazioni di esseri viventi hanno risolto brillantemente problemi di chimica, fisica e biologia, lasciando chiare tracce nei loro stessi fossili, nella genetica e nelle relazioni degli esseri che oggi ci circondano. Da questa prospettiva, la natura cambia aspetto: non è più un delicato insieme di ecosistemi e habitat da accudire apaticamente, ma una riserva inesauribile di brevetti, materiali, idee da salvaguardare per il nostro stesso interesse e benessere.

Bibliografia:

La natura lo fa meglio (e prima). Le sorprendenti invenzioni tecnologiche che la natura suggerisce all’uomo, Aboca Edizioni, 2024

Andrea Brugnera: Ri-Creazione Teatrale da Goldoni e Fassbinder

Andrea Brugnera Ha iniziato l’esperienza teatrale frequentando a Venezia il Seminario (1975 – 77) per la preparazione dell’attore alla Commedia Dell’Arte, diretto da Giovanni Poli presso il Teatro a L’Avogaria. Dal 1978 a oggi ha partecipato ad attività artistiche all’Estero in: Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Svizzera, Svezia, Malta, Stati Uniti, Messico e Giappone. Dal 1985 ha intrapreso e prodotto autonomamente 20 Spettacoli tuttora in repertorio. A partire dal 2008 ha fondato l’Associazione Culturale KAMINA, che si occupa della diffusione teatrale attraverso le relazioni interculturali, la ricerca dei Teatri di Tradizione, la Narrazione storica e più Progetti pedagogici articolati in Laboratori Permanenti. Dal 2017 segue in qualità di direttore artistico i Progetti Europei E.A.C.E.A. (Mysteries & Drolls e MY.MA. – Myths & Masks for the Future, tuttora in corso).

La Storia, che non si fissa sui libri, è permanente mutare di condizioni ambientali e sociali, fuori e dentro di noi. Abbiamo scelto il Testo goldoniano del 1750 per una rivisitazione ispirata all'omonimo adattamento del regista tedesco Fassbinder (1969), contaminata di alcune sequenze prese dalla Cucina di Wesker (1959). Due dei maggiori Drammaturghi del '900 convergono così insieme a noi su Goldoni per aggiornare questa versione: Starbucks-Affari & Caffè,  più ammiccante al nostro prosaico Presente.
Dove i Personaggi principali della Commedia (Uomini e Donne disperati e cinici) si dibattono in un luogo-non luogo dei nostri giorni, avvinti ai loro squallidi interessi personali, gli intermezzi grotteschi fitti di pantomime dialogiche restituiscono la sapiente follia della Maschera. I temi del surplus, delle catene di produzione e consegna, dell'economia sprecata, fanno da sfondo e rivelano fino al paradosso tutta la decadenza del nostro contesto consumistico e culturale.

Elena Gagliasso: “L’epistemologia del riuso: ‘ricombinazioni vicarianti’ in organismi, menti, ecosistemi

Elena Gagliasso Epistemologa, docente di Filosofia della scienza e Filosofia e scienze del vivente all'Università La Sapienza di Roma. Le sue ricerche e le sue pubblicazioni si concentrano sulla filosofia della mente, la filosofia della biologia, l'epistemologia e la metafisica. In particolare, è nota per il suo lavoro sulla teoria dell'evoluzione e la sua relazione con la filosofia della mente, nonché sulla relazione tra biologia e ontologia.

Nelle sue articolazioni organiche e ecologiche il mondo vivente è un modello potente per un’economia non lineare, bensì circolare.
Tutti i fenomeni della vita, dal rapporto di scambio ed evoluzione tra batteri, piante, animali, insetti e ecosistemi si articola come un anello transattivo mobile che scorre dagli uni agli altri. Non esistono ‘scarti’, ‘spreco’ ma solo riciclaggio: in cui la materia nello stato vivente e in quello del degrado restitutivo assume diverse forme. Lungo l’evoluzione delle specie i riciclaggi d’uso e di ri-uso coinvolgono i casi dell’ex-aptation, della costruzione e riutilizzazione, riadattatamento di habitat e (le galle, le tane a più ospiti). Vicarianze di funzioni interessano gli apparati organici e le strutture cerebrali (con prestiti, conversioni d’aree, riusi funzionali in seguito a lesioni). Con alcuni esempi si vedranno passaggi in corso nelle spiegazioni del vivente: da consumatore competitivo a riciclatore frugale di energie e materia.

Bibliografia:

Ambienti e migrazioni umane. Una storia di ecosistemi, Franco Angeli , 2022
Percorsi evolutivi. Lezioni di filosofia della biologia,  Franco Angeli , 2016

Laboratorio degli studenti: "Dalla culla alla culla...del pensiero"

A partire dal noto testo "Dalla culla alla culla" di W. McDonough il laboratorio ha visto gli studenti riflettere sul concetto di economia circolare da diversi punti di vista ed approcci. Si è parlato di ecologia della mente, di economia lineare, di sfruttamento, di plastica e riciclo, di responsabilità e di economia, rifiuti e riuso; sono stati utilizzati libri, riviste, documentari ma anche l'incontro con un esperto. Il tutto per avere un mix di sollecitazioni che portassero il gruppo a formulare un documento che potesse parlare al pubblico e smuovere le coscienze, che potesse far emergere un'idea migliore di futuro.

Maria Grazia Volpe: “Scarti delle filiere agroalimentari: problema o risorsa?

Maria Grazia Volpe è ricercatore senior presso l’Istituto di Scienze dell’Alimentazione del CNR di Avellino dove si occupa di caratterizzazione chimico-nutrizionale di prodotti agroalimentari, tra cui quelli tipici, ottimizzazione dei loro processi di trasformazione, prolungamento della shelf life mediante sistemi di conservazione con tecnologie mild e packaging sostenibili. Attualmente si sta focalizzando sull’estrazione di molecole bioattive di scarti agroalimentari attraverso impiego di “Green Technologies” che consentono la riduzione e/o l’eliminazione, durante l’estrazione, dell’impiego di solventi non sostenibili per l’ambiente e per l’uomo. Le molecole bioattive estratte possono essere utilizzate sia nella formulazione di packaging (active packaging), sia nella formulazione di alimenti funzionali nutraceutici, sia nei prodotti trasformati in sostituzione di additivi chimici.

La gestione degli scarti nelle filiere agroalimentari rappresenta una delle sfide più rilevanti e urgenti del settore. Se da un lato, questi scarti sono spesso visti come un problema in termini di smaltimento e impatti ambientali, dall'altro possono essere considerati una risorsa preziosa, se opportunamente valorizzati. Il presente intervento esplorerà le diverse tipologie di scarti generati durante le varie fasi della produzione agroalimentare, dalla raccolta alla trasformazione, fino alla distribuzione e al consumo. Si discuteranno le potenzialità di recupero e riutilizzo di tali scarti, sia in ambito alimentare (per esempio, nella produzione di nuovi alimenti, bevande o ingredienti funzionali), sia in ambiti non alimentari (come la produzione di biocarburanti, bioplastica, compost e altre forme di energia rinnovabile). Verranno analizzate le tecnologie innovative e i modelli di economia circolare che favoriscono la valorizzazione degli scarti, riducendo l'impatto ambientale e creando opportunità economiche. Infine, si rifletterà sull'importanza di un approccio integrato, che coinvolga aziende, istituzioni e consumatori, per promuovere un cambiamento culturale e normativo volto a considerare gli scarti non più come rifiuti, ma come una risorsa strategica per la sostenibilità delle filiere agroalimentari.

Valeria Frittelloni: “Riduzione, riuso, riciclo - Life Cycle Thinking - Eco-design e progettazione di prodotti sostenibili

Valeria Frittelloni Ingegnere ambientale, è Direttore del Centro Nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare di ISPRA. Coordina le attività del Centro finalizzate a promuovere la transizione verso un’economia circolare in Italia. Assicura anche il supporto al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica e agli Enti locali nelle attività normative e di pianificazione e programmazione degli interventi in materia di gestione dei rifiuti, degli imballaggi e rifiuti di imballaggio.

presentazione intervento


Daniele Fortini: “L’esperienza di Retiambiente spa nell’economia circolare”

Daniele Fortini È presidente di Retiambiente Spa ed è stato alla guida di Federambiente, di Ama (Roma) e di Asia (Napoli). È considerato uno dei massimi esperti italiani in tema di rifiuti e raccolta differenziata, con varie pubblicazioni sui temi ambientali.

Un’azienda pubblica al 100%  nel ciclo integrato dei rifiuti, seguendo i criteri dell’economia circolare. È questa l’esperienza raccontata da Daniele Fortini, alla guida del gestore Retiambiente, che si occupa di raccolta e smaltimento rifiuti per le province di Livorno, Lucca, Pisa e MassaCarrara. Tra piano industriale e stretta collaborazione con le amministrazioni comunali servite, ecco una chiave di lettura mirata ad adoperare la raccolta differenziata come prima leva nello svolgimento del proprio compito in favore dei cittadini e dell’ambiente.

Bibliografia:

La raccolta differenziata, Futura Editrice, 2015
Rifiuti. Una questione non risolta, XL Edizioni, 2013

Laboratorio degli studenti: "L'intelligenza Artificiale a servizio della Terra"

Il progetto Find Identify Recycle for a Sustainable Transition (FIRST), realizzato dagli studenti dell'IIS Majorana-Maitani, consente di riconoscere diverse tipologie di rifiuti tramite tecniche di intelligenza artificiale al fine di poter agevolare le attività di riciclo. Basato su strumenti hardware come Raspberry Pi 4 e sensori GPS, oltre al linguaggio di programmazione Python e framework come YOLO e PyTorch, il sistema è stato addestrato tramite tecniche di machine learning supervisionato ed è in grado di identificare i rifiuti caratterizzati da materiali riciclabili. Un piccolo passo tecnologico che mira ad avere impatto sulla sostenibilità ambientale.

Mariacristina Cocca: “Microplastiche: origine, valutazione della presenza nell’ambiente e strategie di mitigazione

Mariacristina Cocca Ricercatore presso l’Istituto per i Polimeri, compositi e Biomateriali del Consiglio Nazionale delle Ricerche sede di Pozzuoli (NA). Lea sua attività di ricerca si è concentrata sui materiali polimerici, inclusa l'identificazione, la quantificazione e l'analisi delle microplastiche e lo sviluppo e la convalida di strategie di mitigazione dell'inquinamento da microplastiche.

L'inquinamento ambientale dovuto a microplastiche, frammenti di plastica con dimensioni inferiori a 5 mm, rappresenta un problema globale che è diventato particolarmente rilevante negli ultimi anni. Dal 2017, i processi di lavaggio dei tessuti sintetici sono stati considerati la principale fonte di microplastiche primarie che entrano negli oceani. L'esposizione alle microplastiche rilasciate dai tessuti non è limitata agli ambienti marini, infatti, sono inquinanti di preoccupazione emergente ampiamente distribuiti in tutti i compartimenti ambientali. Negli ultimi le attività di ricerca condotte all’IPCB-CNR si sono concentrati sullo sviluppo di diversi approcci per valutare il rilascio di microplastiche dai tessuti, la loro reale presenza in diversi compartimenti ambientali, la loro presenza in specie marine e terrestri fino allo sviluppo di soluzioni innovative per la mitigazione. I risultati ottenuti evidenziano che l'importanza complessiva dei tessuti come fonte di microplastiche per l'ambiente è sottovalutata, poiché diversi beni sono realizzati con tessuti sintetici, utilizzati in diversi settori applicativi (abbigliamento, edilizia, automobilistico, agricoltura, sanità, ecc.) e le microplastiche possono essere rilasciate dai tessuti nell'ambiente durante la produzione, l'uso e lo smaltimento a fine vita.

Bibliografia:

Proceedings of the International Conference on Microplastic Pollution in the Mediterranean Sea, Springer International Publishing AG, 2019

Serena Santonicola: “Il problema delle microplastiche negli alimenti

Serena Santonicola,  Dottore di Ricerca in Scienze Veterinarie presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, ha esperienza in Sicurezza Alimentare, focalizzandosi sui contaminanti alimentari. Lavora come ricercatore presso il Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute "V. Tiberio" dell'Università del Molise, come ricercatrice nel campo della contaminazione da microplastiche e microfibre nei prodotti alimentari.

La contaminazione da microplastiche (<5mm) dell’ecosistema marino è oggetto di una crescente attenzione negli ultimi anni. Numerose ricerche hanno focalizzato la presenza di tali particelle nell’ambiente marino e nelle specie ittiche bioindicatrici e di interesse commerciale. Recenti evidenze, tuttavia, hanno mostrato la diffusione ubiquitaria delle microplastiche e la possibilità di esposizione nell’uomo a tali particelle anche attraverso l’inalazione e il consumo di alimenti diversi dai prodotti ittici, quali carne, latte, miele, frutta e ortaggi, acqua e bevande. Questi studi hanno, inoltre, evidenziato il ruolo svolto dal processo di produzione e dal packaging alimentare nella contaminazione da microplastiche. Un numero limitato di lavori in letteratura si è, per di più, focalizzato su metodi di cottura e/o trasformazione degli alimenti che possano ridurre i livelli di microplastiche e quindi l’esposizione nell’uomo. Tuttavia, al momento, non sono disponibili metodi analitici standardizzati per la ricerca delle microplastiche negli alimenti e ciò rappresenta un limite nell’ambito della valutazione del rischio circa l’esposizione dell’uomo a tali particelle. Sebbene gli effetti nocivi delle microplastiche sulla salute umana non siano del tutto chiari, recenti evidenze mostrano la presenza di tali particelle in diversi distretti corporei, compreso il sangue e la placenta. A ciò si aggiunge il potenziale rischio legato alla presenza di contaminanti e additivi veicolati dalle microplastiche. Pertanto, sono quindi necessari ulteriori studi per quantificare i livelli di contaminazione da microplastiche nelle diverse matrici alimentari, al fine di ottenere dati concreti circa i livelli di esposizione nell’uomo e i potenziali effetti sulla salute. Occorre, inoltre, adottare delle misure adeguate al fine di ridurre le immissioni di microplastiche nell’ecosistema per salvaguardare l’ambiente, la salute degli animali e dell’uomo, in un’ottica “One Health”.


Laboratorio degli studenti: "Microplastiche in uscita da una lavatrice e nei mitili"

Questo laboratorio si propone di cercare le microplastiche in specie ittiche e dopo il lavaggio di tessuti sintetici.
La presenza di microplastiche (<5 mm) è stata documentata in numerose specie ittiche presenti nel Mediterraneo con possibilità di trasferimento e accumulo lungo la catena trofica. Gli organismi filtratori, come i mitili (Mytilus galloprovincialis), possono contaminarsi attraverso l’acqua che filtrano per nutrirsi; mentre nel caso di specie predatrici, l’ingestione di microplastiche può essere sia accidentale, sia secondaria al consumo di prede a loro volta contaminate. Particolare attenzione è stata rivolta soprattutto ai mitili, sia per il loro ruolo di bioindicatori della contaminazione marina, sia considerato che i molluschi bivalvi sono comunemente consumati per intero, rappresentando quindi un potenziale rischio per il consumatore. I campioni dopo essere stati dissezionati sono trattati con KOH e poi posti in stufa 45°C overnight per consentire la digestione del materiale organico. Viene effettuata la separazione densitometrica delle eventuali microplastiche presenti nei tessuti biologici e la filtrazione. Le microplastiche sono poi classificate ed enumerate mediante osservazione al microscopio.
Le microplastiche di forma fibrosa rappresentano oggi un problema di grande rilievo in quanto sono state rinvenute in diversi organismi marini, in terreni destinati all’agricoltura, nell’atmosfera e in luoghi remoti come i ghiacciai artici. Il laboratorio ha l’obiettivo di cercare di determinare la quantità e le dimensioni di microfibre artificiali rilasciate durante un lavaggio di tipo domestico. Le acque raccolte durante il lavaggio dei tessuti in lavatrice sono fatte passare attraverso dei setacci di diversa porosità. Le microfibre recuperate sono  asciugate, pesate e osservate al microscopio per prenderne le misure di lunghezza e diametro.


Luca Bianconi: “Bioplastiche compostabili, nuove sfide di mercato ed innovazione

Luca Bianconi è il presidente di Assobioplastiche, l’associazione italiana dei produttori e trasformatori di bioplastiche compostabili. AD di Polycart,  azienda Assisana fondata nel 1977 e specializzata nella produzione di imballaggi flessibili in materie plastiche, ne ha guidato il processo di riconversione verso le bioplastiche biodegradabili e compostabili, avvalendosi fin dal 1995 delle stretta collaborazione con Novamont (Mater-Bi).

Nell'intervento saranno presentate storia, sfide e  opportunità dell'industria delle bioplastiche compostabili. Verrà inoltre analizzato lo stato attuale del mercato delle bioplastiche, con particolare riguardo ai numeri della filiera. Saranno inoltre presentati gli orizzonti dell'innovazione nel settore delle bioplastiche.


Laboratorio degli studenti: "Biodegradazione della bioplastica a confronto con la plastica fossile"

Questo laboratorio si propone di analizzare il processo di biodegradazione delle bioplastiche rispetto alle plastiche fossili attraverso un esperimento controllato. Campioni di bioplastica e plastica fossile sono stati inseriti in un compost attivo per simulare condizioni ambientali reali di decomposizione. A intervalli regolari, i campioni vengono estratti e sottoposti a un'analisi qualitativa mediante microscopia ottica per valutare alterazioni morfologiche e strutturali. Parallelamente, vengono condotte analisi quantitative attraverso la misurazione del peso dei campioni con bilancia analitica, per monitorare la perdita di massa, e del compost, al fine di valutare la necessità di idratazione. Inoltre, viene determinata la forza di trazione necessaria per la rottura dei materiali, confrontando la resistenza meccanica della bioplastica rispetto alla plastica fossile nel tempo. I dati ottenuti consentiranno di discutere il grado di biodegradabilità della bioplastica, il suo comportamento strutturale e le sue potenzialità come alternativa sostenibile ai polimeri convenzionali.

Edo Ronchi: “Passato, presente e futuro della transizione a un'economia circolare

Edo Ronchi è presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, l'autorevole centro studi della green economy che opera in Italia da 9 anni e conta importanti collaborazioni internazionali. È stato docente di legislazione per l’ambiente e di progettazione ambientale prima a Bologna poi a Roma, autore di diversi libri e numerose pubblicazioni. Protagonista dell’impegno per l’ambiente da molti decenni, fra i fondatori della Federazione dei Verdi, è stato parlamentare dei Verdi in Commissione Ambiente, presidente del gruppo Progressisti-Verdi-laRete al Senato. Dal 1996 al 2000 è stato ministro dell’Ambiente. Dopo la legislatura del 2006-2008 ha lasciato l’impegno politico diretto, per dedicarsi ad attività di studio e ricerca.

Nell’intervento“ Edo Ronchi  rintraccia nei “Limiti dello sviluppo” del Club di Roma di Aurelio Peccei le origini dell’elaborazione che porta all’economia circolare . Descrive quindi lo stato della transizione all’economia circolare in Italia con alcuni indicatori chiave, e fa una comparazione con i dati dell’Unione Europea e degli altri principali paesi . Per il futuro individua i temi principali per la transizione all’economia circolare in alcuni recenti provvedimenti europei : sulle materie prime critiche, sull’ecoprogettazione, sulla riparabilità di alcune apparecchiature elettriche ed elettroniche, e sulla gestione circolare dei rifiuti con particolare riferimento al nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi.

Bibliografia:

Le sfide della transizione ecologica, Piemme, 2021
La transizione alla green economy, Edizioni Ambiente, 2018

Giovanni Libralato: “Decontaminazione ambientale - Sedimento: da problema a risorsa

Giovanni Libralato si è formato alla Ca' Foscari di Venezia e ha insegnato nella stessa Università, poi a Padova, in Francia e attualmente alla Federico II di Napoli
Si occupa di igiene applicata ambientale tra cui la (eco)tossicologia acquatica, la nano(eco)tossicologia, gli effetti degli inquinanti sulle popolazioni, le forzanti della tossicità, la chimica dell’acqua, il trattamento delle acque di scarico, la bonifica di suoli e sedimenti contaminati, il recupero e riutilizzo di sotto-prodotti e delle acque trattate.

Il sedimento è una matrice complessa costituita da argilla, limo e sabbia in varie proporzioni a cui si aggiunge la presenza di una certa quantità di biomassa vivente o in fase di decomposizione. Il sedimento è esposto alla contaminazione dell’antropocene tanto da essere definito come sorgente e pozzo di contaminazione. Sedimenti a prevalente contenuto limoso e argilloso (i.e., le frazioni più fini) agiscono come una spugna per la contaminazione presente in colonna d’acqua. Frequentemente, soprattutto in ambito portuale, i sedimenti devo essere dragati per garantire un sufficiente pescaggio alle imbarcazioni. Cosa fare di questo sedimento, spesso altamente contaminato? Le soluzioni tradizionali come la discarica o la cassa di colmata sono costose e non sempre praticabili, ecco, che previa opportuna caratterizzazione, il sedimento può essere impiegato come materia prima seconda per attività di ripascimento di spiagge, riconfigurazione morfologica o molto altro ancora.

Rossano Ercolini: “Ecologia del cambiamento, l'importanza degli esempi e la bella storia Zero Waste di Capannori

Rossano Ercolini è il direttore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori (LU), si occupa attivamente di gestione dei rifiuti da più di 40 anni. Ha fatto parte di vari gruppi tecnici istituiti da Comuni ed Enti della Toscana. È presidente di Zero Waste Italy. Coordinatore dell’osservatorio Rifiuti Zero del Comune di Capannori è tra i principali fondatori della Rete Nazionale Rifiuti Zero. È il vincitore del Goldman Environmental Prize 2013, Nobel alternativo per l’ambiente.

Se il futuro fosse davvero importante non dovremmo avere esitazioni. La “madre” di tutte le patologie è rappresentata dall'aver identificato il progresso con il modello economico lineare: estrazione, manifattura industriale, consumo e smaltimento. Peccato che la natura non segua un modello lineare, ma circolare. Solo l’uomo genera rifiuti, la natura no! Dobbiamo imparare da essa, per evitare che la navicella del progresso, con tutto il suo equipaggio (noi), si schianti contro il Pianeta Terra. Occorre al più presto modificare la traiettoria, adottando una direzione circolare che sostituisca il percorso perdente, devastante dei modelli lineari dissipativi di risorse.

Se si ricicla si possono evitare estrazioni e smaltimenti. La riparazione e il riuso prevengono, oltre ai prelievi estrattivi e agli smaltimenti, anche gli inquinamenti provenienti dalla manifattura industriale. L'Economia Circolare, promossa da Zero Waste e adottata anche dall'UE non tanto per motivi ecologici quanto economici, rappresenta la 'cruna dell'ago' attraverso cui deve passare la Transizione Ecologica. 

Connettere, finalmente, Ecologia ed Economia rigenerativa è la soluzione! L'esperienza di Capannori, sorta contro l'incenerimento e lo smaltimento dei rifiuti, è una storia vincente che dimostra che sì, noi siamo piccole gocce, ma se le gocce, cioè le persone e le comunità, si uniscono, possono dar vita all'Oceano del cambiamento. Se ogni goccia rimane separata, secondo la legge della fisica, può solo aumentare la probabilità di pioggia, ma non diventare mai Oceano. Allora, insieme ripetiamo il mantra: 'Noi siamo Oceano. Non temiamo il futuro: cambiare si può!'

Bibliografia:

Noi siamo oceano. Manifesto per un'ecologia del cambiamento, Baldini + Castoldi, 2024
Rifiuti zero. Dieci passi per la rivoluzione ecologica dal Premio Nobel per l'ambiente, Baldini + Castoldi, 2018

Giorgio Volpi: "A scuola dalla natura: fra scienza e meraviglia"

In anticipo sull’ingegno umano e la ricerca scientifica è arrivata la natura, che attraverso infiniti tentativi ha selezionato nelle piante e negli animali abilità e caratteristiche davvero sorprendenti. Ci sono batteri che generano nano-particelle magnetiche migliori di quelle prodotte nei laboratorio di ricerca, funghi che producono sostanze bio-luminescenti, piante che possiedono ‘sensori’ per il fumo, molluschi capaci di creare colle insuperabili e biocompatibili, e ancora, nei mari troviamo esser capaci di costruire strutture di silice e calcare che nessuno scienziato sarebbe in grado di replicare. Ecco perché conservazione della biodiversità rappresenta il miglior investimento per il futuro dell’umanità.

Massimo Luciani: “Esperienze di economia circolare sul territorio Orvietano: Gas, reti di produttori e Soil reGeneration

Massimo Luciani è il Coordinatore dell'Ecomuseo del Paesaggio Orvietano e segue, attraverso ETS Trame di Comunità e APS Piano Terra, alcuni progetti di sviluppo della filiere corta locale e di economia circolare tra cui un Gruppo di Acquisto Solidale che coinvolge, persone, famiglie, cittadini e piccole realtà agricole, fondato su principi di solidarietà, rispetto ambientale, impegno sociale, integrazione con il territorio e le comunità locali.

Partendo dai percorsi di recupero e riscoperta dei prodotti agricoli, alimentari e artigianali del territorio e dall’incontro tra i custodi di sapere, gli esperti, i produttori e i consumatori locali, sono state elaborate e sviluppate alcune esperienze e realtà orientate verso modelli di produzione e consumo etici e responsabili, verso pratiche ecologiche e sostenibili e percorsi rigenerativi di paesaggio. Molta attenzione ed impegno sono stati rivolti in particolare alla creazione, sostegno e diffusione delle filiere corte locali e dell’economia circolare, tra cui mercati locali, gruppi di acquisto solidale, reti di produttori/consumatori e sistemi di garanzia partecipata, piattaforme distributive solidali. Sono stati promossi inoltre diversi programmi di formazione e per la diffusione e disseminazione delle esperienze e delle buone pratiche agro-ecologiche ambientali rivolti ai principali attori delle filiere corte locali e ai giovani e agli studenti.


Emanuele Bompan: “Che cosa è l'economia circolare”, Edizioni Ambiente

Emanuele Bompan è un giornalista ambientale e geografo. È direttore responsabile di Materia Rinnovabile - Renewable Matter, la prima rivista internazionale di economia circolare. Scrive di tematiche ambientali su National Geographic, Le Scienze, Oltremare. Ha vinto per quattro volte l'EuropeanJournalism Center IDR Grant, una volta la Middlebury Environmental Journalism Fellowship, la Google Digital News Initiative, il premio giornalistico della European Metereological Society 2024 ed è stato nominato Giornalista per la Terra nel 2015. Collabora con l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

presentazione intervento

Bibliografia:

Che cosa è l'economia circolare, Edizioni Ambiente, 2021